Italian: Giovanni Diodati Bible (1649) 1Quando tu sederai a tavola con alcun signore, Per mangiar con lui, Considera attentamente quello che sarà dinanzi a te; 2Altrimenti, se tu sei ingordo, Tu ti metterai un coltello alla gola. 3Non appetire le sue delizie; Perciocchè sono un cibo fallace. 4Non affaticarti per arricchire; Rimanti della tua prudenza. 5In un batter d’occhio le ricchezze non sono più; Perciocchè ad un tratto si fanno delle ale; E sono come un’aquila, che se ne vola in aria. 6Non mangiare il pan dell’uomo che è d’occhio maligno, E non appetire le sue delizie. 7Perciocchè, come egli è villano nell’anima sua, Così egli ti dirà: Mangia, e bevi; Ma il cuor son non sarà teco. 8Tu vomiterai il boccone che ne avrai mangiato, Ed avrai perduti i tuoi ragionamenti piacevoli. 9Non parlare in presenza dello stolto; Perciocchè egli sprezzerà il senno de’ tuoi ragionamenti. 10Non rimuovere il termine antico; E non entrare ne’ campi degli orfani. 11Perciocchè il lor riscotitore è potente; Egli difenderà la causa loro contro a te. 12Porgi il tuo cuore all’ammaestramento, E le tue orecchie a’ detti della scienza. 13Non risparmiare la correzione al fanciullo; Benchè tu lo batti con la verga, non però morrà. 14Tu lo batterai con la verga, E libererai l’anima sua dall’inferno. 15Figliuol mio, se il tuo cuore è savio, Il mio cuore altresì se ne rallegrerà. 16E le mie reni gioiranno, Quando le tue labbra parleranno cose diritte. 17Il cuor tuo non porti invidia a’ peccatori; Anzi attienti sempre al timore del Signore. 18Perciocchè, se vi è premio, La tua speranza non sarà troncata. 19Ascolta, figliuol mio, e sii savio; E addirizza il tuo cuore nella diritta via. 20Non esser de’ bevitori di vino; Nè de’ ghiotti mangiatori di carne. 21Perciocchè l’ubbriaco ed il ghiotto impoveriranno; Ed il sonnecchiare farà vestire stracci. 22Ubbidisci a tuo padre, il qual ti ha generato; E non isprezzar tua madre, quando sarà divenuta vecchia. 23Compera verità, e non venderla, Compera sapienza, ammaestramento, ed intendimento. 24Il padre del giusto gioirà grandemente; E chi avrà generato un savio, ne avrà allegrezza. 25Fa’ che tuo padre e tua madre si rallegrino; E che quella che ti ha partorito gioisca. 26Figliuol mio, recami il tuo cuore, E gli occhi tuoi guardino le mie vie. 27Perciocchè la meretrice è una fossa profonda, E la straniera un pozzo stretto. 28Ed anche ella sta agli agguati, come un ladrone; Ed accresce il numero de’ malfattori fra gli uomini. 29A cui avvengono i guai? a cui i lai? A cui le contese? a cui i rammarichi? A cui le battiture senza cagione? a cui il rossore degli occhi? 30A quelli che si fermano lungamente appresso il vino; A quelli che vanno cercando da mescere. 31Non riguardare il vino, quando rosseggia, Quando sfavilla nella coppa, E cammina diritto. 32Egli morderà alla fine come il serpente, E pungerà come l’aspido. 33Allora gli occhi tuoi vedranno cose strane, E il tuo cuore parlerà cose stravolte. 34E tu sarai come chi giace in mezzo al mare, E come chi dorme in su la cima dell’albero della nave. 35Tu dirai: Altri mi ha battuto, ed io non ne ho sentita la doglia; Altri mi ha pesto, ed io non me ne sono avveduto; Quando mi risveglierò? io tornerò a cercarlo ancora. |