Italian: Giovanni Diodati Bible (1649) 1ED Elifaz Temanita rispose e disse: 2Deve un uomo savio pronunziare opinioni vane, Ed empiersi il ventre di vento orientale? 3Ed argomentar con parole inutili, E con ragionamenti onde non può trarre alcun vantaggio? 4Sì certo, tu annulli il timor di Dio, Ed impedisci l’orazione che deve farsi davanti a lui. 5Perciocchè la tua bocca dimostra la tua iniquità, Poichè tu hai scelto il parlar de’ frodolenti. 6La tua bocca ti condanna, e non io; E le tue labbra testificano contro a te. 7Sei tu il primiero uomo che sia nato nel mondo? O sei tu stato formato avanti i colli? 8Hai tu udito il segreto di Dio, E ne hai tu sottratta a te la sapienza? 9Che sai tu, che noi non sappiamo? Che intendi tu, che non sia appo noi? 10Fra noi vi è eziandio alcun canuto, alcun molto vecchio, Più attempato che tuo padre. 11Son le consolazioni di Dio troppo poca cosa per te? Hai tu alcuna cosa riposta appo te? 12Perchè ti trasporta il cuor tuo? E perchè ammiccano gli occhi tuoi, 13Che tu rivolga il tuo soffio, E proferisca della tua bocca parole contro a Dio? 14Che cosa è l’uomo, ch’egli sia puro? E che cosa è chi è nato di donna, ch’egli sia giusto? 15Ecco, egli non si fida ne’ suoi santi, Ed i cieli non son puri nel suo cospetto; 16Quanto più abbominevole e puzzolente È l’uomo, che beve l’iniquità come acqua? 17Io ti dichiarerò, ascoltami pure, E ti racconterò ciò che io ho veduto; 18Il che i savi hanno narrato, E non l’hanno celato, avendolo ricevuto da’ padri loro; 19A’ quali soli la terra fu data, E per mezzo i cui paesi non passò mai straniero. 20L’empio è tormentato tutti i giorni della sua vita; Ed al violento è riposto un piccol numero d’anni. 21Egli ha negli orecchi un romor di spaventi; In tempo di pace il guastatore gli sopraggiunge. 22Egli non si fida punto di potere uscir delle tenebre; Egli sta sempre in guato, aspettando la spada. 23Egli va tapinando per cercar dove sia del pane; Egli sa che ha in mano tutto presto il giorno delle tenebre. 24Angoscia e tribolazione lo spaventano; Lo sopraffanno come un re apparecchiato alla battaglia. 25Perciocchè egli ha distesa la sua mano contro a Dio, E si è rinforzato contro all’Onnipotente; 26E gli è corso col collo fermo, Co’ suoi spessi e rilevati scudi; 27Perciocchè egli ha coperto il suo viso di grasso, Ed ha fatte delle pieghe sopra i suoi fianchi; 28Ed è abitato in città desolate, in case disabitate, Ch’erano preste ad esser ridotte in monti di ruine. 29Egli non arricchirà, e le sue facoltà non saranno stabili, E il suo colmo non si spanderà nella terra. 30Egli non si dipartirà giammai dalle tenebre, La fiamma seccherà i suoi rampolli, Ed egli sarà portato via dal soffio della bocca di Dio. 31Non confidisi già nella vanità, dalla quale è sedotto; Perciocchè egli muterà stato, e sarà ridotto al niente. 32Questo mutamento si compierà fuor del suo tempo, E i suoi rami non verdeggeranno. 33Il suo agresto sarà rapito come quel d’una vigna, E le sue gemme saranno sbattute come quelle di un ulivo. 34Perciocchè la raunanza de’ profani sarà deserta, E il fuoco divorerà i tabernacoli di quelli che prendon presenti; 35I quali concepiscono perversità, e partoriscono iniquità, E il cui ventre macchina fraude. |